Ritratto storico di Madre Clotilde Gigli

Elisa, nome di battesimo di Madre Clotilde Gigli, nacque il 18 gennaio 1872. Crescendo, la piccola Elisa si trovò in mezzo a una vivace maggioranza di fratelli, in una casa rumorosa e gioiosa, ma la zia e lo zio che erano senza figli avevano un certo debole per la nipote e la portarono con loro con il permesso dei suoi genitori. È cresciuta bella, felice, forte e bene. Nella scuola delle Suore di San Giuseppe passò a pieni voti. Il primo biografo Giulio Melani, che in seguito ebbe una grande importanza nel futuro di Elisa e che le sorelle consideravano come il co-fondatore, scrisse: “Era così intelligente e dedita ai suoi studi che mentre era a scuola. Fu una delle prime tra le sue compagne. Allo stesso modo la sua pietà e La devozione è stata molto intensa ed edificante. Aveva un carattere vivace ed era aperta nella sua relazione, ma dotata di forte fede e delicata modestia. Non desiderava nient’altro che la chiesa, gli studi e il lavoro”.

I pensieri di suo zio non coincidevano con quelli della nipote. Da questo momento Elisa inizia a coltivare un sogno diverso e più grande, quello di consacrare la sua vita a Dio, quello di vivere totalmente dedicato a Lui e quello di servirlo in mezzo ai suoi vicini più bisognosi. “Il 17 aprile 1890, all’età di 18 anni, Elisa viene accettata come postulante nella Casa dell’Istituto a Firenze.” Elisa era profondamente innamorata di Dio, era totalmente dedita a Colui che si manifestava a lei con il suo volto umano e nel Cuore amorevole di Gesù. Di conseguenza il nome di Gesù farà più movimento del suo cuore. Questo si manifesta chiaramente in alcune sue lettere che dicono “chi ama Gesù vola ma non cammina verso chi ama Gesù ed è con Gesù e fa tutto per Gesù niente è difficile, niente è faticoso. Lei è sempre in beatitudine”.

“Il 21 giugno 1981, poco più di un anno dopo il suo ingresso in convento, Elisa celebrò la sua vestizione di religiosa”. L’abito diventa segno della sua piena appartenenza a Dio e all’istituto religioso. Il giorno della sua vestizioneElisa prende il suo nuovo nome di Clotilde Gigli, che indica la sua nuova identità. Inizia così il suo anno di noviziato. “Dopo il Noviziato, il 24 giugno 1892, emette i voti attraverso i quali si impegna a vivere in povertà e obbedienza per amore di Dio”.

Poiché i superiori trovarono la sua sufficienza adatta e matura per la vita missionaria, fu inviata in Tunisia per prestare i suoi servizi all’ospedale. Ha portato avanti le sue responsabilità e i suoi doveri nel modo più possibile. I malati si sentivano rassicurati e confortati dalla sua presenza e dal suo servizio. Purtroppo alcuni problemi di salute permisero a suor Clotilde Gigli di trasferirsi ad Empoli. La sua vita crebbe in un rinnovato e continuato, “eccomi Signore”. Poi è stata mandata a Malta e ha gestito un conservatorio per le ragazze locali e aristocratiche. Sempre per problemi di salute fu trasferita ad Empoli.

Nonostante la forza della sua fede, la morte dei suoi genitori ferì profondamente il suo cuore. Tuttavia questa sofferenza non la rinchiudeva nel suo guscio. La sua costante attenzione a Dio sosteneva la sua vigilanza, attenta agli avvenimenti, che andavano oltre i suoi problemi personali. Fu durante la meditazione di una notte trascorsa in preghiera e assistenza, presso il padre morente, che ebbe l’idea di chiedere ai suoi superiori di aprire una casa ad Antignano dove, oltre all’educazione dei bambini e dei giovani, l’istituto potesse avere una casa vicino al mare.

Nel 1910 Antignano era un paese dove per lo più erano poveri. La disoccupazione era dilagante e le donne erano costrette a fare servizi domestici alla classe superiore della società per aiutare la loro famiglia. La povertà era grande. Mancava qualsiasi assistenza sociale. Ovviamente quelli che hanno sofferto di più in tale situazione sono stati i bambini. Questa era la situazione in cui le suore dell’Istituto di San Giuseppe dell’Apparizione erano arrivate ad Antignano.

Dal 1915 le giovani donne chiesero di essere accolte nella comunità e con il permesso del Vescovo anche la vestizione fu fatta. Aumentano di numero e di qualità dell’apostolato. Purtroppo ricevono l’ordine di sciogliere la comunità e di ridurre le suore al luogo laico. L’ordine ricevuto fu come una gelida notte di primavera. Anche se Suor Clotilde Gigli non aveva intenzione di continuare con l’Istituto a un costo, voleva che fosse fatta la volontà di Dio. Il Vescovo stesso fu distribuito e cercò possibili strade. Non potendo approvare le costituzioni, consigliò alle suore di trasformarle in regole di vita. Le nuove costituzioni furono in gran parte ispirate a quelle dell’Istituto di San Giuseppe dell’Apparizione che era arrivato ad Antignano. Hanno aperto l’asilo nido e poco dopo hanno iniziato con l’istituto tecnico per i giovani, i catechisti, il centro ricreativo per i giovani, il servizio alla chiesa e la cura ai malati. Era incredibile quello che questo piccolo gruppo di quattro sorelle poteva fare. Dopo aver perso Sr. Elena che era la superiora, la situazione è diventata incredibilmente assurda.Sr. Blandina assume la responsabilità di superiora. Tuttavia, dopo un breve periodo di tranquillità Blandina ha iniziato a mostrare il suo vero sé. Divenne intollerabile con le ragazze, residenti nell’orfanotrofio e quelle dell’istituto tecnico. D’altra parte ha iniziato a far pagare tariffe mensili che erano al di là delle risorse della popolazione locale per scoraggiare le famiglie che mandano i loro figli al centro. Vuole che la casa sia una residenza per turisti estivi, che richiede meno lavoro e alto reddito. Clotilde e due sorelle erano confuse: “È questa la volontà di Dio o lei ascolterà e risponderà ai bisogni della gente, dei poveri e dei bambini?” La risposta da Marsiglia fu che le sorelle dovevano lasciare Antignano. Sebbene il vescovo e il parroco abbiano pregato i superiori di Marsiglia, la risposta è stata che se le suore fossero rimaste, dovevano chiedere la dispensa canonica dei loro voti da Roma e restituire l’abito dell’Istituto. Suor Clotilde, Agata e Gonzaga rimasero ad Antignano con la benedizione del Vescovo. Nell’atteggiamento di suor Clotilde c’era un desiderio coraggioso di aggrapparsi a Dio e una forte volontà di obbedire a Colui al quale chiedeva forza irraggiungibile.

Sono state molte le giovani che hanno chiesto di essere accolte nel nuovo Istituto di Antignano. Nel 1918 la comunità passò da tre a quattordici. C’era una forza misteriosa che li attraeva. Sembra che questo fosse il modo in cui Dio voleva manifestare la sua predizione per l’Istituto che era stato così tanto messo in discussione. Dopo un lungo periodo di preghiera Madre Clotilde e un’altra suora progettarono di andare a Roma con P. Ducceschi. Il risultato fu positivo, il 23 giugno 1922 Mons. Giovanni Piccoini emanò un “decreto” di conferma e fondazione della nuova Congregazione dei Piccoli Missionari del Sacro Cuore. Era necessario ricominciare da capo. Dopo un ritiro spirituale, hanno rinnovato e convalidato la loro professione religiosa al Vescovo. Con la presidenza del Vescovo, del suo segretario e del Parroco, le suore hanno eletto la Superiora Generale, la Vicaress, le Consigliere, la Maestra delle Novizie e l’Economa. Chi ama veramente Dio è immerso nella sua vita ad un livello molto speciale. Sembra che il cuore e la mente di Madre Clotilde Gigli siano stati sollevati anche se i suoi piedi sono rimasti saldamente sulla terra dove ha affrontato le realtà del mondo. Era una donna che portava sulle spalle il legno della croce. Nonostante il buon umorismo con cui copriva le sue sofferenze e promuoveva intorno alla sua gioia e felicità; Nonostante il suo sorriso radioso che mostrava bontà, soffriva continuamente. A poco a poco la sua salute si stava deteriorando. Aveva assimilato la passione di Cristo. L’11 marzo 1928 raggiunse il suo amato Signore.